Prima di affrontare analiticamente i mezzi posti a sostegno dei rispettivi gravami, il Collegio illustra brevemente il quadro delle norme e dei principi, rilevanti nel caso di specie, che governano la disciplina del risarcimento del danno da illecito provvedimentale (e, in particolare, da procedure di gara per appalti e concessioni riconosciute illegittime), quali ricostruiti dalla giurisprudenza europea e nazionale
(cfr. Cons. Stato, Sez. V, 8 agosto 2014, n. 4248; Sez. V, 28 aprile 2014, n. 2195; Sez. IV, 2 dicembre 2013, n. 5725; Sez. III, 16 settembre 2013, n. 4574; Sez. V, 7 giugno 2013, n. 3135; Sez. V, 3 giugno 2013, n. 3035; Cons. giust. amm., 11 marzo 2013, n. 324; Ad. plen., 13 novembre 2013, n. 25, Ad. plen., 25 settembre 2013, n. 21; Ad. plen., 19 aprile 2013, n. 7; Ad. plen., 23 marzo 2011, n. 3; Cass. civ., sez. un., 23 marzo 2011, n. 6594; sez. un., 11 gennaio 2008, n. 576 e 582; Corte di giustizia UE, Sez. III, 30 settembre 2010, C-314/2009; 10 gennaio 2008, C-70/06; 14 ottobre 2004, C-275/03), cui si rinvia a mente dell’art. 88, co. 2, lett. d), c.p.a.)
decisione numero 6450 del 31 dicembre 2014 pronunciata dal Consiglio di Stato
Per leggere interamente l'articolo...
Effettua il login |
Accedi gratuitamente per 15 giorni |